Io non vado alla Critical Mass carbonara. Si lotta alla luce del sole
Ti svegli alla mattina. Bevi il caffè. E dopo la solita rassegna stampa dai la prima occhiata della giornata su facebook (sic). E l’occhio cade, e si smarrisce, sull’ultimo aggiornamento di stato dell’Assessore alla mobilità del Comune di Milano, Pierfrancesco Maran.
La giornata inizia male. Quel piccolo provvedimento che da gennaio aveva iniziato a mettere Milano sulla strada di una mobilità più sostenibile, aveva iniziato a dare i primi risultati in termini di traffico e inquinamento e era sostenuto dal voto dei cittadini che a giugno del 2011 avevano votato SI’ a uno dei cinque referendum “ambientali”, beh, quel piccolo provvedimento viene sospeso.
Inizia il tam tam tra un blog e un gruppo facebook. Su twitter Area C diventa uno dei temi più discussi. I fan del provvedimento si arrabbiano e si intristiscono, i detrattori si esaltano per la decisione del Consiglio di Stato di dare ragione all’autorimessa di Largo Corsia dei Servi a Milano.
Passo la giornata a cercare di mantenere la calma. A cercare una ragione, anche una sola, per capire se il Comune non aveva alternative, se non si poteva prendere tempo. Il rischio è che tornando dalle vacanze estive i milanesi si ritrovino nel solito marasma del centro, che il percorso di allargamento della zona a traffico limitato non solo non prosegua fino ai confini ferroviari, ma resti fermo al palo.
Il caso ha voluto che proprio oggi, giovedì, sia il giorno in cui tradizionalmente a Milano si svolge la Critical Mass.
Da quando sono tornata a Milano, cinque mesi fa, ancora non mi sono recata al raduno delle 22 di Piazza dei Mercanti. Forse ci sarei dovuta andare stasera, cogliendo l’occasione di questo grande smacco per la città.
Ma oggi non è un giorno così diverso dagli altri. La motivazione che mi ha tenuta lontana dall’appuntamento è la stessa di ogni giovedì: l’orario.
A Londra la Critical Mass si svolge una volta al mese. Meno rispetto a Milano, diranno i più acuti osservatori del calendario. C’è una piccola ma fondamentale differenza. A Londra il ritrovo è alle 7 p.m. a SouthBank, nel centro di Londra, al crocevia tra alcune delle zone più trafficate della città.E la Critical Mass si muove e attraversa ogni incrocio, ogni ponte, supera ogni semaforo -anche col rosso- con il sistema di solidarietà stradale per cui alcuni tengono bloccate le macchine per fare in modo che il flusso possa scorrere inarrestabile.
Ricordo la sensazione di quando tornavo a casa piena di adrenalina l’ultimo venerdì di ogni mese. L’adrenalina per aver fatto qualcosa di grande, combattivo e collettivo. E di non essermi nascosta dietro la burocrazia di una manifestazione organizzata, in cui è la polizia a decidere se, come, quando e per quanto tempo hai il diritto di occupare il suolo pubblico per dimostrare al resto dei con-cittadini quello per cui credi valga la pena di fare qualcosa.
Ecco. Una critical mass mi deve dare questa sensazione. Una critical mass importante come quella di oggi mi avrebbe dovuto dare questa sensazione: dimostrare in maniera evidente quello che voglio: una città a misura di bicicletta, a misura di tempo. Non voglio una città a misura del profitto di un’autorimessa, del culo pesante di chi ha bisogno della macchina per muoversi da casa al supermercato, dell’autolesionismo di chi preferisce chiudersi in una scatola per metterci mezz’ora per fare un percorso che a piedi a passo svelto richiederebbe solo quindici minuti.
E per avere tutto questo non ci si può muovere in una massa che si muove nelle strade deserte nella notte. Serve qualcosa che si veda. Qualcosa come la bicifestazione del 28 aprile. Alla luce del sole.

Postilla .0: Il titolo originale di questo post (“io non vado alla Critical Mass da carbonari”) è stato sostituito con “Io non vado alla critical mass carbonara”. Lo scambio avuto con le persone che si sono prese la briga di commentare mi ha fatto riflettere sulla necessità di dover riflettere, per l’ennesima volta, sull’uso delle parole: non sapevo che ci fosse in cantiere una proposta di una massa critica l’ultimo venerdì del mese. E ho sottovalutato l’importanza di un appuntamento fisso. Questo non cambia il fatto che, personalmente, parteciperei con maggiore convinzione a un evento alla luce del sole.
Il problema è che a Milano la maggioranza delle persone alle 7 ha, se va bene, appena finito di lavorare. Questo non significa che non si possano organizzare masse ‘diurne’. Basta mettersi d’accordo
Beh, se hanno appena finito di lavorare basta inforcare la bici e andare in centro o dove si decide di ritrovarsi 🙂 Credo che anche a Londra alle 7 abbiano appena finito di lavorare, o comunque devono coprire distanze molto più lunghe per il tragitto casa-lavoro. Ovviamente non sto dicendo di farla alle 11 di mattina. Ma nell’orario di chiusura degli uffici sarebbe perfetta. Basta mettersi d’accordo, infatti.
forse ti sfugge un dettaglio: critical mass sei tu, organizzala 😉
infatti lo scopo di questo post e di quello che ho scritto ieri a un po’ di amici e conoscenti era proprio quello di suscitare una riflessione che possa portare a organizzare qualcosa di diverso.
Ma per esempio, se io e qualcun’altro la organizzassimo….tu ci saresti?
E’ per questo motivo che in Critical Mass è stata avanzata da tempo la proposta di una massa al mese alle 18.00!!! Per tua informazione se ne è già fatta qualcuna… pensata apposta in concomitanza con l’orario ridotto di AreaC del Giovedì! Poi è anche vero che dall’altro lato ci sono molti elementi: quello che ormai è una tradizione di ritrovo milanese e che quell’orario dà maggiore possibilità di partecipazione a tutti e anche per l’incolumità stessa della massa (a milano è frequente la reazione violenta dell’automobilista frustrato). Ti assicuro che anche alle 11 di sera il traffico a Milano è notevole… la massa non frequenta strade deserte, tutt’altro, e decide sempre autonomamente e improvvisatamente il percorso!
Consiglio: prima vieni, partecipa, informati e chiacchera con la gente… solo poi giudica. Sono certo che scoprirai una massa bellissima (tipicamente milanese e non londinese) e non vorrai più farne a meno… e magari sarai una nuova promotrice per la massa mensile delle 18!
WE ARE TRAFFIC. WE ARE CRITICAL MASS.
Grazie Bugs! sono felice di sapere che si sta facendo qualcosa per tentare qualcosa in un orario tipo le 18. E con le tue parole forse mi hai convinta a fare un salto il prossimo giovedì: certamente per promuovere qualcosa di alternativo bisogna sapere chi è in campo, anzi, in strada. E sapere che cosa bolle in pentola.
Ci tengo infatti a precisare che il mio post non era un giudizio, ma una riflessione che speravo mi aiutasse a mettermi in relazione con persone come te, pronte a darmi le informazioni che non sempre si riescono a trovare. Grazie.
la riflessione sulla massa in altro orario è questa: sarebbe un suicidio introdurre elementi di confusione, perché quello del giovedì alle 10 è ormai un appuntamento consolidato e che non ha bisogno di conferme, tutti sanno che alle 10 in piazza Mercanti ci si trova (cosa molto bella ai tempi di Facebook); tanto consolidato che le masse degli ultimi due mesi sono raramente scese sotto i 400 / 450 partecipanti; la proposta che avevo fatto io era di introdurre un’altra massa, allineata a quelle internazionali, l’ultimo venerdì del mese alle 19 – ovviamente il rischio di un impoverimento della massa del giovedì (con conseguente creazione di due micromasse, entrambe ininfluenti) comunque esiste e se dipendesse da me non mi sognerei nemmeno di correrlo (dissento totalmente sulle valutazioni circa l’impatto sul traffico, la massa fa il suo dovere anche il giovedì sera – e ovviamente non c’è nessun accordo con la polizia o simili, queste son proprio fantasie), però se tanta gente venisse il venerdì alle 19, perché no? infine, io certamente verrei ma non faccio testo perché in bici andrei ovunque 😉
(comunque non ti nascondo una leggera irritazione per un post che invece un giudizio lo esprime “comportamento da carbonari” e che si basa su supposizioni, visto che mi pare di capire tu abbia frequentato poco la massa di milano)
Grazie per il tempo dedicato ad argomentare. Per quanto riguarda le due micromasse, è vero forse il rischio ci sarebbe. Ma a controbilanciare questa argomentazione ne metto un’altra: magari ci sarebbe tanta gente, diversa nei due appuntamenti. Finché non si prova non lo si può sapere 😉
Scherzi a parte, io sono mancata da Milano per tanto tempo e quindi sto cercando di capire come funzionano le cose. Per quanto riguarda le “fantasie”, in realtà rileggendomi credo di essermi espressa male. Intendevo che la critical mass (in qualunque sua forma, quindi compresa quella milanese) si configuri come una manifestazione completamente diversa dal 99% delle manifestazioni. E forse proprio per questo ne preferirei una versione più dura.
Resta assolutamente vero, e importante, il fatto che la gente si incontri fisicamente. Ma diciamo che se al fisicamente si unisse il fatto di un’internazionalizzazione della massa critica, con un collegamento temporale con gli altri appuntamenti-tipo quello di Londra- a me-personalmente-piacerebbe di più. Uno degli aspetti che preferisco delle due ruote e del pedalare è che non costringono per forza a parlare la stessa lingua.
Comunque le vostre argomentazioni mi hanno quasi convinta a fare almeno un esperimento di compromesso per l’appuntamento del giovedì. E poi chissà che da cosa non nasca cosa.
ps. per quanto riguarda l’irritazione. Correggo il titolo con “critical mass carbonara”. Dove nel “carbonari” c’è un riferimento storico, non di valore, riferito al fatto di fare qualcosa in maniera nascosta, per portare avanti una lotta di libertà contro il potere. Diciamo che io preferisco, personalmente, forme più aperte di presa di posizione. Ma davvero non volevo offendere chi dedica tempo il giovedì sera a questa forma di partecipazione.
pps. e so anche che il movimento o i movimenti di chi cerca di rendere le città, ma forse anche il mondo, più a misura di persona e di bicicletta non si limita alle critical mass, mensili o settimanali che siano.
però per farti un’idea devi venire almeno 2 o 3 giovedì, ogni massa è diversa dall’altra; quanto alla durezza, io sono dell’idea che questo appuntamento deve allargarsi, deve portare sempre più gente giù dalle macchine e in bici: la durezza come forse la intendi tu ha generato anche situazioni come quella di New York City, dove in massa (una volta al mese) ci sono venti persone e 200 poliziotti; e aggiungo anche che nelle masse diurne ti devi aspettare la presenza di molte famiglie o comunque persone con ragazzine/i, che di solito di sera non vengono perché è tardi – la presenza di questi soggetti impone enorme responsabilità da parte di chi organizza, a presto