L’importanza di citare le fonti su internet
Antefatto*
Stamattina ho scoperto il blog del giornalista Amedeo Ricucci. Un sito ricco e ben fatto e, soprattutto, l’unico a ricordare il decennale dell’uccisione in Cisgiordania di un altro giornalista italiano, Raffaele Ciriello.
Navigando il sito mi è apparso anche un altro post, intitolato “Sul giornalismo di guerra”. Una traduzione dell’articolo di Robert Fisk uscito sull’Independent settimana scorsa.
Ho iniziato a leggerlo e mi sono resa conto che usava tutte le parole da me utilizzate su questo blog per tradurre l’originale, cosa che fino a domenica 4 marzo nessuno aveva ancora fatto.
Così come nei casi di plagio si dice che “le notte sono sette” posso accettare l’obiezione che “una traduzione è una traduzione”, ma certa della professionalità di Amedeo Ricucci mi sono permessa di segnalare nei commenti al pezzo e sulla sua pagina facebook e via email la cosa, con queste parole:
Gentile Amedeo, ho appena scoperto il suo blog e l’ho davvero apprezzato.
Ho da farle solo una piccola segnalazione. Ho visto questa traduzione. Nel caso in cui lei ne sia l’autore le chiedo scusa per questa intromissione. Ma altrimenti mi preme segnalarle che io ne sono l’autrice. Lo potrà verificare guardando il mio blog http://virginiafiume.wordpress.com/2012/03/04/robert-fisk-sul-giornalismo-di-guerra/ Domenica scorsa ho dedicato un’ora e mezza a tradurre il bellissimo ed essenziale articolo di Robert Fisk. Tutte le parole utilizzate in questo suo post sono quelle che ho ricavato io. Potrebbe essere una coincidenza, ma se così non fosse le chiedo di segnalare in fondo al testo da dove queste provengono.
Certa della sua comprensione e del suo rispetto per chi cerca di dare un contributo all’informazione la saluto cordialmente,
Virginia Fiume
Considerazioni
Spero davvero che Amedeo Ricucci risponda alla mia richiesta. Ho scritto questo post solo perché resti una traccia di questa vicenda. Anche perché offre uno spunto per una considerazione più ampia.
Internet è uno strumento meraviglioso per chi si occupa di informazione, sia a livello professionale che per semplice passione curiosa. Ma la rete (quella buona) si basa su un processo di condivisione e riconoscimento del lavoro altrui. Ne è dimostrazione wikipedia o l’uso degli hashtag su twitter: su un tema si costruisce conoscenza unendo le voci di chi ha informazioni su quell’argomento.
Inoltre i link per un blogger sono fondamentali per dare visibilità al suo lavoro. Lavoro inteso come tempo dedicato alla creazione di contenuti di qualità.Più link si hanno più cresce la visibilità nei motori di ricerca. Questa visibilità è certo utile al blogger per farsi conoscere, ma è utile anche per chi si cimenta con delle ricerche: potrà sperare di trovare dei bei lavori online.
Nel caso di Amedeo Ricucci, quest’ultimo ha citato come fonte dell’articolo Robert Fisk. E’ una verità parziale. Robert Fisk è l’autore del pezzo originale, ma qualcuno si è preso la briga di renderlo fruibile per i lettori italiani che non conoscono l’inglese. E anche il traduttore ha diritto di essere riconosciuto come fonte. Altrimenti, se valesse il “metodo Ricucci” Fernanda Pivano non sarebbe nessuno e noi dovremmo conoscere solo Edgar Lee Masters, Hemingway, Faulkner e tutti gli altri.
Mi guardo bene dal paragonarmi alla Pivano, ma spero che il mio ragionamento sia condiviso da Amedeo. E che il lavoro e il tempo che ci vogliono per fare una traduzione abbiano ancora un valore. Almeno tra chi scrive online.
*a distanza di poche ore dalla pubblicazione di questo articolo Amedeo Ricucci mi ha contattata, segnalandomi di aver rettificato il suo post. Lo ringrazio per l’onesta intellettuale e per la riflessione che questo piccolo malinteso ha fatto scaturire.
Come puoi vedere sul mio blog, Virginia, mi sono scusato per l’errore. Ed ho ovviamente pubblicato la tua richiesta di rettifica, cm’era giusto facessi. Aggiungo solo che la traduzione l’ho trovata in Rete, dove molte cose sono “orfane”, e non l’ho presa dal tuo blog, che non conoscevo. Credimi, mi sforzo di esserre sempre corretto, come puoi vedere dal blog, che riporta anche pezzi di altri, con le dovute citazioni in testa. A volte, però, commetto degli errori.
giusta la precisazione e la garbatezza di Virginia ed encomiabile la sollecitudine di Amdeo, è uno scambio etico;
buona serata a entrambi
credo che qualcuno in famiglia, tipo Bruno Bonsignore, il cui sito è http://www.doppiabi.com, abbia risposto pensando di usare il suo account wordpress 😀
Ciao Virginia, ho letto questo post che mi hai segnalato e l’ho condiviso su Twitter (non ti ho menzionata perché non ti ho trovata, sbaglio io?). Ad ogni modo mi è piaciuto il tuo modo di reagire. Pur citando il “responsabile” sei stata molto elegante. Anche io ho scritto quell’articolo (che poi l’originale è http://www.homepersonalshopper.it/copyright-copiati-e-incollati-i-testi-homepersonalshopper-it/) per far sì che rimanesse traccia di quanto accaduto, per evitare che succedesse ancora. Spero che lo facciano tutti e questa bruttissima abitudine di copiare testi di altri venga eliminata. Buona giornata.
Ciao Simona, grazie per averlo ricondiviso. Mi piace quando i post hanno “vita lunga”. E il tuo contributo tiene aperto un discorso ampio su quello che dovrebbe essere il lavoro su internet. Recentemente al festival di giornalismo il giornalista canadese Ingram ha fatto un ragionamento utile: “se un articolo non contiene link non lo leggo neanche” http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2013/04/26/news/se_non_linki_non_ti_leggo_a_perugia_la_lezione_di_ingram-57514139/
Comunque su twitter mi trovi come @gillafiume. Se mi aggiungi possiamo portare anche lì il discorso 😉